Dangiuz. Tra distopie, futurismi e cyberpunk.

Leopoldo D’Angelo, artista visivo, digitale e art director, in arte “Dangiuz”. Spiegaci la provenienza del tuo nick…
“Dangiuz” è una caricatura del mio cognome (D’Angelo) che mi è stata data alle scuole medie quando c’era questa “moda” di storpiare le parole e i cognomi e poi me la sono portata dietro da sempre, alle superiori e nella vita.

Raccontaci come nasce una tua opera…
Mi siedo davanti al computer e comincio ad esplorare lavori, opere di altri, mondi, referenze, film. Ho una cartella infinita di referenze per ispirazione e quant’altro e poi quando visualizzo in mente che cosa voglio fare, comincio a buttare giù qualche idea, provo qualche composizione, creo qualche modello, ne scarico qualcuno esistente e poi la mano va da se, finché l’opera non prende piede, non prende forma piano piano col passare delle settimane. Capita spesso che cambio idea strada facendo e il lavoro finale finisce con l’essere totalmente diverso da ciò che avevo in mente.

Cosa significa essere un artista oggi?
Un artista oggi o ieri o domani non fa una grande differenza. Un artista che pratica il mestiere dell’arte è una persona che cerca di esplorare la natura dell’essere umano e, attraverso una competenza tecnica in continuo perfezionamento, esprime questa ricerca attraverso una forma estetica. Nel portare avanti questo processo si evolve e resta connesso con la propria sensibilità cercando di offrire al mondo esterno la sua visione nella speranza di poter essere apprezzato, amato e valorizzato. Essere un artista significa sacrificare tutto per l’Arte perché l’Arte restituisce solo se le offri tutto te stesso incondizionatamente. Quando dico tutto intendo tutto. Prima l’Arte poi il resto, comprese le persone che ami. Se ti affidi all’Arte, Lei ti divora, ti mastica fino a renderti poltiglia e poi ti sputa nell’universo.

… Mi auguro che in futuro ci sarà l’interesse da parte di collezionisti fisici ad approcciare il mondo del digitale

Scenari distopici con riferimenti e accenni a Blade Runner e Ghost in the Shell. Quando e perché ti hanno ispirato?
Sin da piccolo sono sempre stato appassionato di tecnologia e tutto ciò che riguardava il futuro mi affascinava; cyborg, robot. Ho unito questa passione alla passione che ho da sempre, della grafica, del design, del disegno etc. e quindi ho voluto provare a creare opere che rispecchiassero le mie passioni.

Definisci Van Gogh il tuo pittore preferito. Cosa pensi di lui, dal punto di vista esistenziale e artistico?
Questa è una domanda molto complicata per me. Se dovessi spiegarti nel dettaglio la mia opinione su Van Gogh penso non basterebbe una settimana intera. Per rispondere in breve, posso dirti che penso che, pur non avendo quest’obiettivo, lui abbia cambiato il modo di vivere e di concepire l’arte in ogni essere umano, più di qualsiasi altra persona al mondo, sia con le sue opere che con la sua storia personale.

Come valuti il mercato dell’arte digitale, e perché ci si dovrebbe investire?
Penso che sia un mondo nuovo, aperto a tutti, con molte possibilità sia a livello artistico che lavorativo. È aperto a tutti ed ogni persona può mettere in mostra le proprie capacità artistiche. Non saprei se ci si dovrebbe investire o meno – personalmente non mi occupo di finanza o investimenti. Sicuramente ci sono delle occasioni potenzialmente molto redditizie per chi è nel campo.

Molti sono i crypto artisti che popolano le piattaforme di vendita di NFT, dove ogni giorno vengono pubblicate opere digitali non riproducibili e non modificabili (Non-Fungible Token), grazie alla tecnologia Blockchain. Qual è il tuo obiettivo a riguardo, nel futuro?
Io mi occupo di arte digitale da più di 10 anni e ho sempre creato opere per il piacere di farlo e per la passione che ho per l’arte. Gli NFT hanno portato una possibilità mai vista prima, ovvero quella di vendere le proprie opere digitali; per me questo è stato incredibile. Io continuo ad occuparmi di arte e a produrre opere. Mi auguro che in futuro ci sarà l’interesse da parte di collezionisti fisici ad approcciare il mondo del digitale.

Artisti si nasce o si diventa?
Penso che ci si possa tranquillamente nascere, ma anche diventare; una mattina ti svegli e ti piace l’arte. Allora cominci ad informarti, ti appassioni e scopri che anche tu hai qualcosa da esternare, e cominci a disegnare, o dipingere… Insomma, viene da sé.

Se non avessi fatto l’artista?
Mi sarebbe piaciuto lavorare nel mondo del cinema. Non come attore, ma come regista, sceneggiatore o produttore. Sono un appassionato di cinema.

Condividi con noi il primo pensiero che ti viene in mente…
Grazie per questa possibilità.

Cosa pensi di 01magazine?
Grazie per il lavoro che svolgete nel portare questo tipo di contenuti ai vostri lettori. A presto!

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