Il fanciullino digitale che c’è in noi.

Giovanni Motta, veronese e artista contemporaneo, raccontaci chi sei a tuo modo…
Sono una persona, un artista autodidatta, un bambino sognatore che ama ridere, divertirsi e collaborare. Sono stato fortunato ad avere talento nel disegno come dono di natura, una spiccata creatività e una immensa fantasia. Ho avuto un’infanzia, una pubertà e un’adolescenza molto dure a livello psicologico e ho sempre, costantemente, dovuto lottare. Lottare per cercare riessere visto, compreso e amato e ancora oggi, in parte, è così. Credo sia una modalità nella quale resterò imprigionato. Ho fatto studi di ragioneria e ho studiato la storia dell’arte e le tecniche di disegno e pittura in modo indipendente, senza la frequentazione di una scuola d’arte. Mi sono formato da solo.

Ho un bambino interiore vivo e vegeto con il quale mi confronto quotidianamente

“Tu sei il fanciullo eterno, che vede tutto con maraviglia, tutto come per la prima volta” scriveva Pascoli. Cosa ti ha spinto a pensare a questo personaggio – JonnyBoy – che troviamo in copertina?
Jonny Boy è stato pensato perché dovevo assolutamente trovare il modo di conoscere me stesso e per farlo ho dovuto esplorarmi e decifrarmi. Per spiegare Jonny devo prima raccontare Giovanni. Giovanni è un essere umano con una struttura interiore compromessa, ferita, assemblata alla meglio nel corso del tempo. Giovanni è un bambino che desidera essere amato e ridere e scherzare e giocare felice e spensierato. JonnyBoy è una metafora. JonnyBoy è una rappresentazione del bambino di tutti, del bambino di sempre.

La sua estetica deriva dalla mia passione per i Manga e Anime Giapponesi che mi hanno fortemente influenzato e sostanzialmente salvato la vita. Jonny ha un’espressione facciale che non cambia mai, è sempre la stessa. Con questa espressione ho cercato di includere tre differenti tipologie di stati d’animo: una positiva, la meraviglia; una negativa, la paura; una neutra, lo stupore (ti puoi stupire allo stesso modo per un meraviglioso tramonto come per un incidente spettacolare).

Jonny diventa uno specchio per lo spettatore dove rivedere sé stesso e sentire lo stato d’animo che arriva, naturalmente. Jonny dovrebbe permette di entrare in contatto con il proprio bambino ed iniziare ad ascoltarlo. In comune hanno il profondo desiderio di essere amati. Sono diversi perché Giovanni è un essere umano e Jonny è un’astrazione, un concetto, un’idea.

Cosa significa essere un artista oggi?
Un artista oggi o ieri o domani non fa una grande differenza. Un artista che pratica il mestiere dell’arte è una persona che cerca di esplorare la natura dell’essere umano e, attraverso una competenza tecnica in continuo perfezionamento, esprime questa ricerca attraverso una forma estetica. Nel portare avanti questo processo si evolve e resta connesso con la propria sensibilità cercando di offrire al mondo esterno la sua visione nella speranza di poter essere apprezzato, amato e valorizzato. Essere un artista significa sacrificare tutto per l’Arte perché l’Arte restituisce solo se le offri tutto te stesso incondizionatamente. Quando dico tutto intendo tutto. Prima l’Arte poi il resto, comprese le persone che ami. Se ti affidi all’Arte, Lei ti divora, ti mastica fino a renderti poltiglia e poi ti sputa nell’universo.

…un artista che pratica il mestiere dell’arte è una persona che cerca di esplorare la natura dell’essere umano…

Quale sarà lo scenario futuro dell’arte nei prossimi anni?
Vedo una grande crescita e sviluppo dell’arte digitale, nello specifico, degli NFT e della Crypto arte. Credo che nei prossimi 10 anni le nuove generazioni di giovani artisti saranno per il 90% native digitali. La conseguenza di questa considerazione è che cambieranno radicalmente i modelli espositivi, i modelli curatoriali, le dinamiche artista / collezionista e le gallerie d’arte saranno asset digitali.

Se non avessi fatto l’artista…?
Avrei fatto l’attore, che era uno dei miei sogni nel cassetto oppure il pugile. Per il pugile non c’è stata storia, bravo tecnicamente ma fisicamente non forte a sufficienza. Amavo recitare e interpretare come disegnare e dipingere. Sognavo di fare film e diventare una star (ride). Ho sempre sognato tanto immaginandomi scene e visualizzandole come fossero reali. Ancora oggi è una delle mie armi segrete, immagino in modo molto dettagliato e poi riproduco fedelmente.

Qual è l’esperienza più assurda che ti è capitata?
A parte la nascita dei miei due figli e l’incontro con la donna che amo c’è un fatto che mi fece molto riflettere… Mi trovavo a Los Angeles e conobbi una persona, un ragazzo della mia età, ad un party. Parlammo di lavoro e poco altro, un incontro di 15/20 minuti, il tempo di un paio di birrette. Poi ci salutammo, ognuno per la sua strada. Una settimana dopo ero a New York, in attesa di un taxi. Lo presi in concomitanza con un’altra persona, che entrò dalla portiera opposta alla mia. Era lui, Marco, quello di Los Angeles. Cominciammo a chiacchierare e simultaneamente scrivevamo dei messaggi al cellulare. Lui consigliava suo nipote su come fare per conquistare una ragazza e io consigliavo la sorella di mia moglie su come affrontare un ragazzo che la corteggiava. Scoprimmo che suo nipote e la sorella di mia moglie erano i ragazzi in questione. Scoppiammo a ridere e restammo increduli di fronte a questa incredibile coincidenza (ride).

NFT artworks, Paintings, Sculpturer… Dove ti senti più a tuo agio e perché?
L’arte è un terreno fertile dove piantare il proprio seme, non importa dove sia, a quale altitudine o in quale condizione, l’importante è che ci sia e che ti dia la possibilità di coltivarla. Io sono un pittore e non potrò allontanarmi da questa dimensione, continuerò a dipingere e disegnare ma l’arte digitale è un mondo nuovo da esplorare, dove posso incrementare le mie competenze e la mia personale ricerca. Il mondo della Crypto arte è adrenalina pura dove tutto deve essere ancora costruito. Ci sono entrato a piedi pari e desidero affermarmi come uno dei protagonisti perché la libertà che provi in questo ambiente genera un tipo di energia che nel mondo dell’arte classica è difficile da riscontrare.

Chi è il tuo maestro e perché ha influenzato la tua arte…
È un artista. Egon Schiele, espressionista austriaco, pupillo di Gustav Klimt. Matita insuperabile ed esploratore dell’animo umano. Grazie a lui ho capito l’importanza dell’esplorazione di sé stessi e del valore della ricerca. Poi Marcel Proust che mi ha introdotto all’analisi del bambino interiore che è il tema della mia ricerca artistica e personale. Grazie a Proust ho perfezionato la mia personale tecnica di recupero delle emozioni dimenticate attraverso la meditazione. Tecnica che mi permette di accedere ad un bacino di idee e ispirazioni inesauribile.

Come definiresti 01magazine
È una rivista fresca e ricca di spunti, con lo sguardo al contemporaneo e al futuro. Adoro questa rivista perché è piacevole contemplarla e scritta bene. Mi piace il fatto che non sia condizionata da una qualche influenza ideologica e che sia scritta per il lettore che è il vero protagonista.

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