Il talento allenato di Michele Franzese.

In poche parole: chi è Michele Franzese?
È una persona curiosa e con pochi, pochissimi preconcetti. Questo mi dà una spinta continua a guardarmi intorno per capire dove sta andando il mondo.

Oggi ti dedichi a tempo pieno a Scai Comunicazione, per farne una boutique del marketing. Qual è il segreto del suo successo?
Mi fa sempre paura la parola “successo”, perché se la si usa vuol dire che ci si considera già “arrivati”. In realtà in giro c’è sempre qualcuno che ha più successo di noi, per fama, ricchezza o altro. Mi piace pensare che ciò che ci guida invece, sia la parola “progresso”, l’idea di un avanzamento continuo in cui l’organizzazione aumenta le sue capacità e potenzialità, ma passando attraverso prove, errori ed iterazioni continue. E devo dire che negli ultimi due anni abbiamo imparato tanto. Ad esempio, durante il periodo Covid, abbiamo dovuto reinventarci, lavorando su eventi online, sfide legate al lavoro a distanza e sul lancio di una nuova sede a Roma. Raccontaci come è avvenuta la trasformazione della tua agenzia, da classica a digitale? L’agenzia è stata per sua stessa natura sempre molto digitale. Ma senza rinnegare la sua forte matrice tradizionale, che ci ha consentito di lavorare sullo sviluppo di brand identity, sulla grafica e sul packaging, sugli eventi dal vivo, sull’organizzazione di campagne di marketing multichannel. Anzi, probabilmente essere passati di lì, ci consente di muoverci sui canali digitali sapendo che non sono l’unico touch point ma solo un pezzo del funnel che consente ai brand di restare in contatto con i propri clienti.

Mi fa sempre paura la parola “successo”, perché se la si usa vuol dire che ci si considera già “arrivati”.

Cos’è per te il talento?
Il talento nasce come il “peso” che ciascuno poteva portare sulle spalle. Quindi era una caratteristica innata, che ti rimaneva appiccicata addosso, una sorta di preconcetto che rischiava di diventare anche il tuo limite. Oggi secondo me il talento deve essere considerato più un muscolo che si può esercitare per ampliare le potenzialità di ogni persona. Passione, esercizio, curiosità, sacrificio, voglia di mettersi in gioco. Questo porta un “talento” innato ad un livello superiore, verso un successo assicurato.

Come nasce l’idea di “Heroes Meet in Malatea”, uno dei più importanti eventi per startup e innovatori?
È nata dalla voglia di organizzare un evento a cui a noi per primi sarebbe piaciuto partecipare, per incontrare e stare assieme a persone interessanti, per vedere in anticipo un pezzettino di futuro su cui qualcun altro stesse già lavorando. E poi, quando si è trattato di scegliere dove farlo, abbiamo cercato un posto in periferia dove l’evento potesse creare un impatto forte sul territorio e allo stesso tempo diventasse scenario fantastico per i nostri “eroi”. Maratea, aveva tutte le carte in regole per ospitare Heroes.

Una tua giornata tipo?
Sveglia presto, un’ora da casa per organizzare la giornata e smarcare qualche punto del giorno prima. Alle 7 qualche telefonata con pazzi come me che soffrono di insonnia, e poi alle 9 in ufficio, dove cerco di utilizzare tutto il tempo possibile per parlare con il team, singolarmente o in gruppo. Non considero mai questo un tempo sprecato. Poi il resto della giornata vola tra call, appuntamenti e riunioni. Ma nella mia giornata non manca mai un’ora di lettura, quando possibile anche di più, ed una quantità di caffè che per altri esseri umani rischierebbe di produrre micro-infarti continui.

Hai raccolto in 5 anni più di 40 milioni di euro in campagne di equity crowdfunding.
Perché credi in questa forma di investimento?
Perché consente a tante idee e team di portare avanti i propri progetti, anche molto sfidanti, senza subire per forza il passaggio da un venture capital, che in Italia rimane ancora una cosa molto complessa. Gli investitori del crowd hanno meno fretta di recuperare il proprio investimento, per cui lasciano libero il founder di lavorare al proprio progetto, e dandogli fiducia senza richiedere risultati quotidiani.

La classifica delle tue priorità?
Lavoro, lavoro, lavoro. In questo momento della mia vita ho deciso di dedicarmi a questo perché mi fa stare bene e mi dà anche la possibilità di avere un impatto su tante persone. L’idea di ritirarsi per aprire il famoso chiringuito la tengo da parte per un’altra vita.

Hai investito in più di 25 startup, come business angel. Qual è il consiglio che dai ai giovani e a chi si vuole avvicinare al mondo startup?
Con Scai abbiamo in realtà investito su più di 100 startup! Questo ci consente di avere una bella rete di relazioni ed un punto di vista su tante realtà innovative. Il consiglio per i ragazzi che vogliono avvicinarsi al mondo startup è quello di farlo il prima possibile, perché fare impresa è innanzitutto un’esperienza incredibile e totalizzante, che ci fa crescere come persone.

Hai aperto una sede di rappresentanza a Milano ed una a Roma nuova di zecca. Prossimi step?
Mettere sulla Luna la nostra bandierina Scai! Così magari valorizziamo anche l’assonanza con la parola Sky 😉 Tornando seri, mi piacerebbe molto valorizzare le nostre relazioni su Milano, trovo che davvero sia il centro del mondo in questo momento, ma allo stesso tempo provare ad intercettare le opportunità che dovrebbero vedere la città di Roma protagonista nei prossimi anni!

Cosa pensi del progetto editoriale 01magazine?
Che è figo, perché intervistate persone interessanti! Perché si parla di futuro e perché avete nella vostra tagline una delle mie parole preferite: “trasformazione”!

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Digital Marketer / BlitheDigital

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