Il metaverso che verrà.

Oggi si parla tanto di Metaverso, grazie alla conferenza di Mark Zuckerberg, chiamata Facebook Connect 2021, nella quale annunciò il cambio di nome della società Facebook, che gestisce anche l’omonima piattaforma, in META, e presentò anche i suoi progressi nel campo della Realtà Virtuale (VR) con i dispositivi Oculus che gli appartengono. Per chi non ha potuto vedere quella presentazione, Meta ha rilasciato un progetto a lungo termine iniziando da alcune applicazioni per tali dispositivi, nella fattispecie sono: Workrooms per creare e partecipare a meeting virtuali, una evoluzione degli ormai famosi Meet, Teams, Zoom, ecc. e Horizon Worlds per entrare in una città, o meglio dire mondo, virtuale, e partecipare ogni giorno ad eventi come spettacoli, incontri sportivi o semplicemente guardare tramonti, paesaggi, ecc. oppure giocare o addirittura creare i propri contenuti.

Workrooms promette di portare una sorta di “fisicità” alle riunioni utilizzando un Avatar che viene creato e personalizzato all’acquisto dello stesso dispositivo Oculus.

Meta, è un termine coniato negli anni ’90 da uno scrittore di romanzi distopici della corrente cyberpunk…

Ma questo genere di applicazioni software e concept non sono nuovi sui dispositivi VR infatti esistono altri “mondi” simili che permettono di incontrarsi per fare riunioni, interagire con disegni, o sculture 3D, vedere film partecipativi e giocare insieme con tanti giochi. Anche lo stesso nome Metaverso non è invenzione di Meta, è un termine coniato negli anni ’90 da uno scrittore di romanzi distopici della corrente cyberpunk. Il Metaverso sarà o dovrebbe essere una cosa diversa, un Universo con tanti mondi (quindi applicazioni) progettati e gestiti da imprese private ma anche movimenti open source, dai Governi, dai Comuni, un posto condiviso com’è il WEB oggi. Devi poter entrare e uscire da questi mondi liberamente, per quanto riguarda l’aspetto sociale, cioè senza discriminazioni di sorta. Uno studente della mia lezione al Corso di Business Model Innovation di Economia Aziendale, dell’Università di Catania, tenuto dall’innovativo Prof. Faraci, mi fece una domanda interessante e non ovvia, mi chiese: << E se qualcuno costruisse mondi dove per entrare si dovrà pagare? >> Ho provato a rispondere che forse sì, ci potrà essere questa possibilità ma non la vedo discriminatoria (se era questo il senso della sua domanda), come nel mondo fisico, se vuoi andare al cinema o al teatro devi pagare un biglietto, lo stesso per andare a ballare, ecc.

Il Metaverso porterà le stesse logiche della nostra società e perché no? Sarà una nuova occasione per far lavorare gli artisti, come già sta avvenendo tramite il famoso videogame Fortnite, dove avvengono esibizioni canore inedite, live e uniche, soprattutto dopo aver scoperto la fragilità del contatto fisico con le varie pandemie. Credo che nessuno farà pagare l’ingresso nel proprio mondo, come quando entriamo in una città diversa dalla nostra, però si potrà pagare lo spettacolo X o Y, anzi, se ci pensiamo bene noi già paghiamo anche quando cambiamo città, nel mondo fisico, quando andiamo in vacanza ci fanno pagare il famoso soggiorno. A proposito di Fortnite, anche se non è un videogioco di Realtà Virtuale, ma gira sui PC, Tablet e Smartphone, possiamo considerarlo già un pezzo del Metaverso, sia a livello concettuale che per le tecnologie impiegate, tecnologie proprietarie, motori grafici pronti per la costruzione di mondi e interazioni con essi.

Altra piattaforma che nasce come gioco è Roblox. Queste piattaforme sono free, cioè gratuite, e anzi, permettono, a chiunque, di creare altri minigiochi e facendo loro guadagnare soldi veri. Come? Costruendo oggetti che vanno dalle skin, in gergo, aspetto fisico, parvenza dei personaggi con cui giochiamo; scarpe, vestiti, armi e tanto altro, in base al gioco in questione. Ci sono anche realtà italiane che stanno concorrendo alla creazione del Metaverso, come gli amici di Coderblock, azienda siciliana capitanata dal suo founder Danilo Costa. Questo è solo l’inizio, c’è tanto da sapere e da fare e molte opportunità per artisti digitali e non, sviluppatori, economisti, avvocati, psicologi, designer e tante altre figure professionali. Il Metaverso sarà la terza ondata che non si potrà ignorare, sarà il WEB 3.0. e che piaccia o no, ci piomberà addosso sfacciatamente. Purtroppo, il mio tempo è scaduto, ma se interessati potrete presto leggere il mio libro che parlerà di tutti gli aspetti legati al Metaverso, ai rischi, alle opportunità di business e tanto altro. Se vi fa piacere seguitemi su Facebook (dove sono più attivo), LinkedIn o Instagram, Medium e Twitter.

Vi lascio anche il link ad un mio esperimento nel Metaverso, un esperimento unico al mondo fino ad ora: medium.com

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Imprenditore e docente digitale, web and business designer

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